Il territorio
Storia di Subiaco e del suo territorio
Subiaco, adagiato su di un colle roccioso dei Monti Simbruini nell’alta Valle dell’Aniene, è uno dei centri più importanti del Lazio per il grande richiamo religioso dei suoi monasteri.
Il territorio di Subiaco fu anticamente abitato degli Equi, i quali furono definitivamente sottomessi nel 304 a.C. dai Romani. Il periodo preromano è testimoniato, a Subiaco, da avanzi di mura poligonali, frammenti di ceramica e altri reperti archeologici. Nel 299 a.C. i Romani fondarono la colonia di Carsioli nella Valle dell‘Aniene, costituendo così la Tribù Aniense. L’appartenenza dei cittadini sublacensi a questa Tribù è dimostrata da un monumento sepolcrale, rinvenuto nel 1843 in località S. Angelo e tutt’ora visibile prima di arrivare a Subiaco.
Dopo l’occupazione del territorio furono costruiti, in periodi diversi, quattro acquedotti che conducevano a Roma le acque dell’Alta Valle dell’Aniene: l’Anio Vetus, l’Acqua Marcia, la Claudia e l’Anio Novus. l’imperatore Nerone fece costruire una grandiosa villa che si estendeva su una superficie di due chilometri e mezzo ed era ornata di marmi preziosi, mosaici, colonne e statue. I resti sono tutt’ora visibili lungo la strada che conduce ai Monasteri; la villa era posata sulle rive di tre laghetti artificiali, ricavati sbarrando le acque del fiume con tre poderose dighe, i Simbruina stagna di Tacito.
Sul finire del V secolo arrivò a Subiaco Benedetto da Norcia, fuggito da Roma, che si ritirò per tre anni in una grotta del monte Talèo dove fu raggiunto da molti fedeli. In seguito, utilizzando le costruzioni della Villa di Nerone, ancora efficienti, fondò il primo Monastero benedettino.
Il primo effettivo nucleo abitato di Subiaco sorse probabilmente nel IV secolo accanto all’antichissima chiesa di San Lorenzo, nei pressi dell’attuale campo sportivo. L’iniziativa sembra da attribuirsi al patrizio romano Narzio che, Il 10 agosto dell’anno 369, dopo aver dedicato la chiesa al culto di San Lorenzo, decise di donare tutti i suoi beni proprio ai custodi della stessa ed a coloro che vivevano a Pianello. Con la Bolla del 2 agosto 937 il papa Leone VII cedeva il castello di Subiaco con le terre vicine ai monasteri: da allora l’Abate e i suoi monaci esercitavano sulle popolazioni sia il potere spirituale che il potere temporale.
La Rocca Abbaziale fu costruita nell’XI secolo dall’Abate Giovanni V che la rese un munitissimo castello feudale che controllava la Valle e l’abitato di Subiaco. Due terribili terremoti, quello del 1298 e quello del 1348, le piene dell’Aniene e la celebre peste “nera” sempre del 1348, segnarono la fine del periodo di splendore dell’Abbazia di Subiaco. Nel 1358 l’Abate Ademaro edifica lo splendido ponte di S. Francesco che porta all’omonima chiesa edificata pochi anni prima, nel 1327.
Il primo “commendatario” fu il cardinale Torquemada, che il 25 luglio del 1456 promulgò, per incarico di Callisto III, il nuovo Statuto. A Torquemada successe il cardinale Rodrigo Borgia, che eseguì consistenti lavori di fortificazione della Rocca, dove sarebbero nati Cesare e Lucrezia.
Nel 1465 un evento di portata nazionale vide la luce a Subiaco, nel Monastero di Santa Scolastica: due allievi di Gutenberg installarono nel monastero la prima tipografia italiana e con la nuova arte della stampa a caratteri mobili stamparono il primo libro in Italia.
I Barberini costruirono anche una diga sull’Aniene, che alimentava gli “Opifici”, dove successivamente nacquero fabbriche della carta, del cotone e dei tessuti. i Barberini, che la ressero fino al 1738. Nel 1773 il potere spirituale passò a Giovanni Angelo Braschi, eletto poi Papa Pio VI, che operò molto per lo sviluppo di Subiaco, ampliò e trasformò la cartiera, istituì la Biblioteca pubblica, restaurò
la Rocca dei Borgia, fece costruire la Chiesa di S. Andrea, il Seminario e rese carrabile l’antica via Sublacense.
La popolazione di Subiaco, riconoscente, gli dedicò l’“Arco Trionfale”, inaugurato nel 1789. Quasi certamente questo periodo rappresentò l’epoca di maggior splendore di Subiaco. L’invasione dei Francesi, nel 1798, fece deportare il Papa e i luoghi sacri furono depredati e spogliati degli arredi più preziosi. Si ricordano poi, sia nel 1849 che nel 1867, gli scontri tra le truppe pontificie e quelle di Garibaldi. Subiaco, dopo il 1870, venne a far parte del nuovo Regno d’ Italia. Ci fu la disgregazione del patrimonio della Chiesa e la chiusura di alcuni conventi, tranne i Monasteri di S. Benedetto e di S. Scolastica dichiarati monumenti nazionali.
Dal XX secolo la cittadina si arricchisce di nuove strutture che migliorarono il tenore di vita dei sublacensi: fu costruito un tratto di ferrovia che la collegava a Roma, fu impiantata una nuova centrale idroelettrica sfruttando le acque dell’Aniene, fu eretto un ospedale civile e venne costruito un nuovo acquedotto. Nel 1915 Benedetto XV soppresse la Commenda e, da allora, l’Abbatia Nullius è rimasta agli Abati di Santa Scolastica. Dopo la seconda guerra mondiale, che aveva provocato gravi danni alla città, tutto fu faticosamente ricostruito e restaurato, e Subiaco è tornata ad essere un polo di attrazione per il turismo religioso, culturale, naturalistico ed enogastronomico.